mercoledì 25 maggio 2011

Advice.


Grazie Jared, Shannon e Tomo.
Per ogni sacrosanto giorno.

Songs to say.. [9].



'Now I know the face that will
haunt me forever'.

Non scrivo.

Ho solo parole immobili.
Incastrate fra le corde vocali.
Lettere inutili e senza voglia di emergere.
Vocaboli non visibili,
non udibili,
silenti.







martedì 24 maggio 2011

Time.


Sei l’orologio che regola il mio ciclo vitale.
La mia lancetta segna l’ora solo quando ci abbandoniamo in noi,
 mentre quando sei lontano no. 
Quello, è solo tempo morto
Privo di significato.

lunedì 23 maggio 2011

Songs to say.. [8].



'There's nothing here for me on this barren road 
There's no one here while the city sleeps 
and all the shops are closed 
Can't help but think of the times I've had with you 
Pictures and some memories will have to help me through'.

V sezione, capitolo 26; pagina 166.

'Aveva imparato a rispettare il baratro che aveva scavato attorno a sé. Anni prima aveva provato a saltarlo, quel baratro, e c'era cascato dentro. Ora si accontentava di sedersi sul ciglio,
con le gambe a penzoloni nel vuoto'.
'La solitudine dei numeri primi', Paolo Giordano.



Matthew Shadows canta in sottofondo.
La tazza di latte fumante è sul tavolinetto.
Il libro fra le mani.
Impressionante quanto possano essere
devastanti  certi libri.
Parole che fanno più male delle lame.
Scene viste e riviste.
Specchi cartacei che irrorano di niente
il tuo essere sepolto sotto le ostilità
di una guerra senza nemico.
Senza possibilità di vittoria.

IV sezione, capitolo 20; pagine 117-118.

'Mattia aveva ragione: i giorni, uno dietro l'altro, erano scivolati sulla pelle come solvente, portandosi via ognuno un sottilissimo strato di pigmento dal tatuaggio di Alice e dai ricordi di tutti e due. I contorni, così come le circostanze, erano ancora lì, neri e ben delineati, ma i colori si erano mescolati l'uno con l'altro, fino a sbiadire in una tonalità smorta e uniforme, in una naturale assenza di significato.
Gli anni del liceo erano stati una ferita aperta, che a Mattia ed Alice era sembrata così profonda da non potersi mai rimarginare. C'erano passati attraverso in apnea, lui rifiutando il mondo e lei sentendosi rifiutata dal mondo, e si erano accorti che non faceva poi tanta differenza. Si erano costruiti un'amicizia difettosa e asimmetrica, fatta di lunghe assenze e di molto silenzio, uno spazio vuoto e pulito in cui entrambi potevano tornare a respirare, quando le pareti della scuola si facevano troppo vicine per ignorare il senso di soffocamento.
Poi, con il tempo [...] i lembi della pelle si erano avvicinati, con movimenti impercettibili ma continui. A ogni nuova abrasione la crosta cadeva, ma poi ostinatamente tornava a formarsi, più scura e spessa. Infine un nuovo strato di pelle, liscio ed elastico, era andato a sostituire quello mancante. Da rossa, era diventata bianca  e aveva finito per confondersi con tutte le altre'.
'La solitudine dei numeri primi', Paolo Giordano.

Ce ne sarebbero state di nuove.
Rilucenti nel loro rosso rubino.
Sempre di più.